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Sepino: un viaggio tra storia e natura

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Sepino: un viaggio tra storia e natura

Qualcuno potrebbe dire che un paesino di 1.818 anime, arroccato su un altopiano a 700 metri s.l.m. ai piedi del Massiccio del Matese e ad un passo dal confine con la Campania, distante circa un’ora e mezza di macchina dal mare e mezz’ora da Campobasso, non valga la pena di essere visitato. Cosa potrebbe esserci di interessante in un fazzoletto di terra così piccolo? Beh, la risposta è davvero semplice: in questo piccolo borgo, considerato uno dei più belli d’Italia, può essere racchiuso tutto il fascino del Molise ma, a vederci bene, tutto il fascino dell’Italia stessa. 

A Sepino troviamo resti archeologici dell’Impero Romano, possiamo passeggiare tra i vicoli di un borgo ricco di fascino e storia, possiamo decidere di immergerci nella natura più incontaminata, territorio popolato da animali come volpi e aquile, e addirittura godere delle terapeutiche acque termali dalle spiccate qualità minerali. Se tutto ciò non fosse abbastanza, a Sepino il buon cibo è di casa: un viaggio culinario dove piatti tradizionali di un tempo si incontrano con ricette contemporanee, tutte da scoprire. 

Ma andiamo con ordine. 

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Sepino: una storia iniziata 2.000 anni fa

La storia insegna come la geografia di una determinata regione rivesta un ruolo essenziale e determinante nello sviluppo culturale, economico e sociale di un centro abitato. Sepino ne è un classico esempio.

Era situata sulla piana del Boiano, uno snodo stradale Sannio Pentro con l’Irpinia a sud con un agevole accesso sia alla Campania che alle coste adriatiche.

Lo avevano capito molto bene i Sanniti che vedendo transitare animali accompagnati dai propri allevatori su quel tratto di terra pianeggiante, mentre percorrevano le vie della transumanza oggi denominati tratturi, hanno intercettato la necessità degli stessi di riposarsi e ristorarsi.

Sorge così un villaggio semplice, attrezzato con servizi legati all’accoglienza e alle attività accessorie alla transumanza stessa. È quindi proprio grazie ai tratturi, con le loro piste erbose percorse periodicamente da greggi ed armenti, e grazie all’intuizione dei Sanniti che Sepino si è sviluppata diventando un centro di collegamento, di scambio, di incontro e di mercato.

E i romani cosa c'entrano?

Quando anche i romani si accorsero dell’importanza strategica di Sepino, la conquistarono intorno al 290 a.C. durante le guerre Sannitiche.

Il piccolo villaggio sorto come centro di ristoro, divenne una urbe romana vera e propria, Saepinium. Una piccola città con foro, basilica, teatro, terme, mura, reti fognarie e idriche. La peculiarità della città era che, nonostante i rigidi canoni urbanistici romani, i due assi maggiori lungo i quali si è sviluppato il centro non fossero stati ortogonali, proprio per conservare il percorso del tratturo funzionale allo sviluppo economico durante l’epoca sannitica.

Questo periodo corrisponde molto probabilmente al maggiore sviluppo economico del paese durante i secoli passati.

Caduto l’impero Romano, cadono anche le opere costruite dagli stessi nella città di Saepinium. È un susseguirsi di diversi insediamenti, prima dei Visigoti, poi dei longobardi e dei normanni.

La natura prende lentamente il sopravvento, e l’erba ricomincia a crescere nelle vie abbandonate della città. L’area pianeggiante sulla quale sorse la urbe, tornò a rivestire un ruolo centrale per la transumanza. Parte delle zone sono ricoperte da boschi, altre sono utilizzate a pascolo e ad agricoltura. Nel 1309 il Contado del Molise diventa parte del Regno di Napoli, con un ruolo marginale nelle circoscrizioni amministrative che ne facevano parte anche nel successivo periodo aragonese. 

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La bellezza di Sepino oggi

Oggi la storia romana di Saepinum è alla luce del sole. Può essere vissuta, respirata, immaginata percorrendo il decumano dell’area archeologica di Saepium che si trova a circa 3 chilometri a nord dell’attuale borgo di Sepino.

Sono ancora erette le mura, che testimoniano come la città non ebbe un impianto urbano molto regolare visto che, come detto, era particolarmente condizionato dal passaggio del tratturo.

Le quattro porte della città sono ancora ben visibili ed apprezzabili: porta Boiano, porta Tammaro, porta Benevento, porta Terravecchia. Dalla sommità della prima è possibile ammirare la maggior parte della città e le terme che erano state costruite.

Percorrendo il decumano verso il foro gli edifici si infittiscono: botteghe, il macellum, edifici di culto sono ancora visivamente apprezzabili. Il teatro, il foro stesso, la basilica, il tempio e la necropoli sono testimonianze intatte di un’epoca di prosperità, crescita economica e sociale, che è possibile ammirare immergendosi con spirito di immaginazione, curiosità e fascino.

Sepino è anche natura e benessere

Sepino tuttavia non è solo ed esclusivamente storia. Sebbene il patrimonio storico-architettonico sia probabilmente la principale attrazione del paese, chi è in cerca di un po’ di relax e di contatto con la natura è sicuramente nel posto giusto.

La voce forte la fa in questo caso Campitello di Sepino. A circa 1.200 metri sul massiccio Matese, queste distese boschive rappresentano uno degli ultimi simboli della millenaria interazione tra uomo e ambiente legata al pascolo. Meravigliose radure, alberi secolari, pascoli, sorgenti, mandrie di mucche, ovini e cavalli rendono questo luogo uno dei più amati ‘rifugi dell’anima’ del meridione, nonché una delle più affascinanti faggete d’Italia.

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L’antico monastero medievale di Santa Croce, da cui deriva il toponimo del passo che mette in collegamento Campania e Molise e di cui non si hanno quasi più testimonianze fisiche, testimonia la millenaria presenza umana. Già in epoca sannita il valico garantiva uno dei pochi accessi alle alture del Matese e rappresentava uno dei percorsi obbligati della transumanza del bestiame dai pascoli d’altura a quelli di pianura da cui dipendevano anche gli antichi abitati di Terravecchia e Altilia (Saepinum).

Cosa vedere a Campitello di Sepino

Le cose da vedere a Campitello sono innumerevoli.

Oltre alle passeggiate negli splendidi boschi, si può attraversare il ponte tibetano per i più impavidi, si può visitare il borgo Antico di Civita superiore di Bojano, le rovine del castello di Roccamandolfi e, spostandosi di qualche chilometro anche il Castello di Prata Sannita.

Oltre a queste meraviglie, ci si può comodamente rilassare nelle terme. L’acqua di Sepino sgorga dalle Tre Fontane e ha quasi 2000 anni di storia. Oltre ad essere utilizzata per le cure termali, viene anche raccolta a monte per poi essere imbottigliata e venduta con il nome di “Sepinia”. È ottima per il consumo quotidiano, perché comporta un riequilibrio fisiologico dell’organismo. Essendo molto leggera è inoltre facilmente assimilabile e digeribile dal corpo.

L’acqua delle Terme di Sepino viene considerata oligominerale, bicarbonato calcica e magnesica. Sono molte le indicazioni terapeutiche per queste acque. In particolar modo sono adatte nella cura delle affezioni legate all’apparato urinario e gastrointestinale, nonché per tutte le problematiche legate al ricambio del tessuto cellulare.

Alle terme si possono effettuare trattamenti come bagno turco, sauna, idromassaggio, massoterapia, fanghi e inalazioni. Grazie alle proprietà chimico-fisiche dell’acqua, questo centro termale è specializzato anche nel recupero muscolare degli sportivi.

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