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Pescopennataro: il paese dei maestri scalpellini

pescopennataro vista dall'alto

Pescopennataro: il paese dei maestri scalpellini

Pescopennataro è un piccolo borgo suggestivo in provincia di Isernia che si affaccia sulla valle del Sangro, al confine tra Abruzzo e Molise, ed è chiamato “il Paese degli Abeti e della Pietra”.

È situato a ridosso di un muro di roccia che si affaccia nel vuoto e che sembra sia stato scolpito a mano per proteggere il paese, si! perché questo paesino è famoso per la sua tradizione di lavorazione della pietra.

Per quanto riguarda l’etimologia dello strano nome di questo borgo ci sono diverse teorie.
Alcuni ritengono che la parola “pesco” indichi il grande masso su cui sorge il paese e “pinnataro” derivi da pinnata ovvero appuntito, altri ritengono invece che “pignatari” facesse riferimento alle conifere presenti sul territorio.

La lavorazione della pietra a Pescopennataro

Si pensa che le origini della lavorazione della pietra in questo borgo risalgano già al periodo sannitico come si può intuire da ciò che resta della cinta muraria che difendeva la fortezza sannitica. Nella vicina Agnone gli scalpellini pescolani diedero il meglio di sé in palazzi, elementi architettonici e nel portale della chiesa di Sant’Emidio che pare sia stato commissionato alla fine del XIII secolo proprio agli artigiani di Pescopennataro.

Nel 1700 venne aperta la prima scuola di lavorazione della pietra che oltre a tenere viva la tradizione fece si che sempre più persone intraprendessero questa professione
Ma oggi questa tradizione c’è ancora? La risposta è sì, Edoardo Lalli è uno degli artigiani che mantengono viva questa professione antica come la lavorazione della pietra.

pecopennataro

Non poteva mancare il museo della pietra “Chiara Marinelli”, aperto al pubblico dal 2006. Qui viene custodito un insolito presepe creato con pietre naturali levigate dall’acqua e dal tempo e una collezione di oltre 1500 manufatti preistorici, sia in selce che in calcare. 

bosco abeti soprano pescopennataro

Il bosco degli Abeti Soprani

Ma Pescopennataro è conosciuta anche per il bosco degli Abeti Soprani, un sito di interesse comunitario (SIC) al cui interno si snoda una rete di sentieri naturalistici imperdibili per gli amanti del trekking e della natura. Il Paese è infatti letteralmente immerso in un’area boschiva caratterizzata dalla presenza degli abeti bianchi, alberi maestosi che possono raggiungere i 50-60 metri di altezza, con fusti dritti dal diametro che raggiunge i 3 metri e la corteccia dal caratteristico colore bianco cenerino.  Sono alberi monumentali e per questo vengono detti “abeti soprani”.

E d’inverno? Nei periodi invernali non vengono abbandonati questi sentieri, infatti è possibile fare delle escursioni con le ciaspole per vedere la magia di questo luogo coperto da un manto bianco.

Pescopennataro: tra religione e credenze

Merita senz’altro una visita l’Eremo di San Luca, situato nel bosco e ricavato in una grotta calcarea a 1500 metri di altitudine. Nelle immediate vicinanze dell’eremo sorge una chiesetta dedicata all’evangelista. La leggenda racconta che San Luca si fermò qui per riposarsi durante un viaggio da Roma alla Palestina. 
Gli abitanti di Pescopennataro ogni anno nel mese di settembre portano in processione il quadro di San Luca custodito nella chiesetta per poi riportarlo, sempre a piedi, nell’Eremo a metà ottobre. In occasione di questa ricorrenza è usanza consumare il pranzo a base di carne di agnello arrostito sulla brace proprio nel bosco.

eremo di san luca pescopennataro
vie del borgo di pescopennataro

Pescopennataro: un borgo autentico certificato

Pescopennataro, nonostante le dimensioni veramente ridotte, non si rassegna allo spopolamento e all’invecchiamento della popolazione locale. Infatti si  sta investendo in strategie volte a valorizzare le bellezze naturali e il patrimonio di tradizioni locali anche con l’obiettivo di attrarre turisti sia italiani che stranieri. In quest’ottica va letta l’adesione al circuito dei “Borghi Autentici d’Italia”, un’associazione che persegue modelli di sviluppo locale sostenibili, equi, rispettosi dei luoghi e delle persone e attenti alla valorizzazione delle identità locali. Proprio quello che ci vuole per i borghi dell’Alto Molise!

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